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mercoledì 29 maggio 2013

Barcellona: scontri tra pompieri e polizia [+ link video]

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Oggi circa 500 vigili del fuoco hanno energicamente protestato davanti alla sede del Parlament di Barcellona contro gli ormai cronici buchi nell’organico e per la mancanza di risorse che il governo regionale ha destinato alla campagna estiva contro gli incendi. Cariche, scontri e un arresto.



La protesta dei pompieri catalani, molti dei quali indossavano caschi e divise, è iniziata sotto la sede del ‘ministero’ della Sicurezza ed è arrivata fin sotto il portone del parlamento regionale di Barcellona, dove la tensione è

lunedì 27 maggio 2013

IMPORTANTE! Firmate questa petizione per lottare contro la violenza sulle donne.

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Buongiorno a tutti.

Vorrei invitare tutti quelli che non l'avessero ancora fatto, a recarsi sul sito Change.org e firmare la petizione lanciata da "Ferite a morte" (www.feriteamorte.it) al Governo ed al Parlamento Italiano, che chiede gli Stati Generali contro la violenza, SUBITO.

Vi giro di seguito il testo della petizione e l'appello fatto da Serena Dandini.

Grazie. M.N. Suburbanrevol il blog.

Ancor prima che materia giuridica, è

sabato 25 maggio 2013

RODOTA': la buona azione di Bologna.

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In occasione del tanto discusso, quanto inutile referendum che si terrà a Bologna domenica 26 maggio vorrei cominciare questo articolo ricordando cosa dice il bellissimo Articolo 33  della Costituzione Italiana:
Stefano Rodotà

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.



La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.



Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.


mercoledì 22 maggio 2013

Morto Don Gallo, l’altra faccia della Chiesa: addio al prete degli ultimi e dei movimenti. +[VIDEO]

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Don Gallo insieme a Maurizio Landini
Sigaro, basco, voce roca. L'iconografia di un Che Guevara anziano con la tonaca.

Il sacerdote genovese ha speso la sua vita in rotta con le gerarchie ecclesiastiche. Nel 1970 fu il cardinale Siri a "licenziarlo" perché troppo di sinistra: da allora restò senza parrocchia, ma con tenti fedeli. Tra loro, Fabrizio De Andrè.

Mai restio a "sporcarsi le mani" in politica, ha sostenuto Doria e Vendola, mentre avrebbe visto bene Berlusconi "in Africa". E a Grillo disse: "Non fare il padreterno"Mario Portanova | Il sigaro, il cappello, la voce roca, le sue verità rivoluzionarie. E’ morto a Genova Don Gallo (si chiamava Andrea, ma restava sempre sottinteso), da diversi giorni in condizioni di salute critiche.

venerdì 17 maggio 2013

Roma, sabato 18 maggio 2013, Manifestazione Nazionale.

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BASTA NON POSSIAMO PIU' ASPETTARE!

Diritto al lavoro, all'istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza  per la giustizia sociale e la democrazia.

Sabato 18 maggio i metalmeccanici si mobilitano e scendono in piazza a roma perché cinque anni fa con il governo Berlusconi ci avevano detto che la crisi non c'era, era passeggera, addirittura superata. negli ultimi due anni col governo monti, visto che la crisi non si poteva più negare, si è passati a un uso della crisi per legittimare le politiche di austerità in tutta europa.la scelta di non intervenire sulle cause ha determinato che il 10% della popolazione ha il 50% della ricchezza: i responsabili hanno quindi continuato ad aumentare le proprie rendite. inoltre le banche hanno ridotto il credito e investito in titoli spazzatura e la confindustria ha puntato sulla cancellazione dei diritti e la riduzione del salario. Risultato?

giovedì 16 maggio 2013

Bangladesh, oltre 1000 vittime del lavoro disumano.

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Con 1.127 morti accertati quello avvenuto il 24 aprile scorso in una fabbrica a Rana Plaza, nella regione di Dhaka in Bangladesh, è il bilancio più drammatico al mondo per un incidente legato al lavoro dal disastro di Bhopal, avvenuto in India nel 1984.

Oggi i soccorritori chiudono le operazioni di ricerca delle vittime del crollo del fatiscente edificio che era costituito da otto piani, quasi tutti occupati da piccole aziende tessili con oltre 3000 operai e soprattutto operaie tessili.

mercoledì 15 maggio 2013

Belgio, video choc: POLIZIA PESTA A MORTE UN DETENUTO. [VIDEO]

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Jonathan Jacob




Questa è la terrificante storia di Jonathan Jacob, 26 anni.

06/01/2010  - Mortsel, provincia di Anversa, Belgio.

La sera del 6 gennaio 2010 Jonathan Jacob viene fermato dalla polizia locale perché sotto effetto di anfetamine.

Al momento del fermo è palesemente scosso e molto agitato.
Per questo motivo gli agenti decidono di sottoporlo ad una visita medica.
Il dottore che lo visita, visto l'atteggiamento irrequieto stila il referto raccomandando l'ammissione in un'ospedale psichiatrico.

N.B. Il direttore dell'ospedale locale rifiuterà l'internamento per ben due volte poiché a suo parere non idoneo.

A questo punto viene riportato in cella e spogliato completamente.

Jonathan è visibilmente scosso,piange ed è impaurito, urla, chiede aiuto disperatamente.
Gli agenti, non sanno

lunedì 13 maggio 2013

E' morto Luciano Lutring, "il solista del mitra".

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Il solista del mitra: Luciano Lutring

Luciano Lutring, il “solista del mitra” come veniva chiamato, è morto stanotte. E’ stato un bandito, e poi un pittore italiano. La sua biografia è stata anche il soggetto di un libro di Andrea Villani: il soprannome gli viene per la sua usanza di nascondere il fucile mitragliatore nella custodia di un violino. Con l’arma effettua rapine tra gli anni Cinquanta e Sessante in Italia e in francia, tanto da diventare il pericolo pubblico numero uno nel suo paese. La figura di Lutring diviene leggendaria assieme al suo stile di vita grandi alberghi, fuoriserie, belle donne. 


LUCIANO LUTRING E’ MORTO – Scrive Wikipedia:

La sua attitudine da ladro gentiluomo, unita alle celebri frasi in dialetto milanese pronunciate sui luoghi dei misfatti, contribuisce a rendere Lutring un personaggio popolare.
Il 1 settembre 1965 viene infine ferito ed arrestato a Parigi; sconta 12 anni di carcere (la condanna iniziale era a 22 anni) in Francia, durante i quali inizia a scrivere e dipingere; tiene persino una corrispondenza con l’allora Presidente della Camera Sandro Pertini.

In Francia pubblica “Lo Zingaro”, la sua autobiografia, dalla quale sarà liberamente tratto un film, nel quale Lutring viene interpretato da Alain Delon. Nel 1966, con la regia di Carlo Lizzani, esce un film basato sulla sua storia, dal titolo “Svegliati e uccidi”, interpretato da Robert Hoffmann, Lisa Gastoni e Gian Maria Volonté.

Graziato dal Presidente della Repubblica Francese Georges Pompidou, torna in patria, dove, dopo un periodo di internamento presso il carcere di Brescia, viene nuovamente graziato nel 1977 dal Presidente italiano Giovanni Leone.


La presentazione del romanzo di Villani a lui dedicato:

La sua storia viene riraccontata nei dettagli fin da quando nel 1956 i suoi genitori avevano in gestione a Milano un bar e lui si divertiva a girare a bordo di un’appariscente Cadillac e teneva infilata nei pantaloni una pistola Smith & Wesson scarica. Appena ventenne

domenica 12 maggio 2013

La maschera di Anonymous è “capitalista”, il copyright è di una multinazionale

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la maschera di Guy Fawkes

La maschera di Guy Fawkes, utilizzata per le proteste di massa contro il capitalismo, è di proprietà delle multinazionali. Lo ha rivelato Nick Bilton per il New York Times.

“Offiremo loro un 5 novembre che non sarà mai più dimenticato!”. Così recitava V, interpretato da Hugo Weaving, nel cult V for Vendetta, tratto dal fumetto di Alan Moore e David Lloyd. 

Da sempre simbolo dell’anticapitalismo e della lotta contro gli oppressori, la maschera di V (che ha il volto di Guy Fawkes, l’attivista politico che fu giustiziato per aver tentato di assassinare il Re Giacomo I d’Inghilterra), presa in prestito anche dal movimento Anonymous, è tra le più vendute al mondo, dagli store tradizionali a quelli digitali. 
La maschera viene utilizzata anche per le proteste di massa, come quelle del movimento Occupy a cavallo tra il 2010 ed il 2011, ma vi sorprenderà scoprire che i diritti dalla vendita di questo simbolo dell’equità, vanno a finire dritti dritti nelle casse di tre multinazionali. A rivelarlo è Nick Bilton per il New York Times, che spiega come nel grattacielo della Time Warner, siano felici di contare ricavi per oltre 28 miliardi di dollari di fatturato, visto che la società è proprietaria della Warner Brothers, incassando da tutto il merchandise delle sue produzioni, V for Vendetta compreso.

La maschera arrichisce anche la Rubie’s e Amazon. Ci sono altre due società che, da questo grande mercato “di protesta”, riescono a fare ottimi affari, sono una multinazionale “a carattere familiare” (ma con più di 3000 dipendenti in 14 paesi) ed un’azienda della new economy: la Rubie’s e Amazon. La prima produce oggettistica per Halloween e feste in maschera, detenendo oltre 150 licenze per produrre i costumi dei film, tra questi c’è anche quello di Guy Fawkes. Quanto ad Amazon, la maschera di “V” è stata tra le più vendute del 2010 e del 2011 e, nonostante un calo nel 2012, resta tra gli oggetti carnevaleschi più venduti. E così che le proteste contro Wall Street, contro Scientology, contro i cattivi governi, ma anche semplici idee d’avantgarde per passare un Halloween, o un Carnevale diverso, fanno a rimpinguare le casse dei “nemici” capitalisti. Meditate gente, meditate.

FONTE

Non paghi le tasse? In Grecia finisci in galera, ma non vale per la casta.

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Per tentare di rimediare alle mancate entrate per l'erario che al momento ammontano a due miliardi di euro, Atene propone la reclusione in speciali carceri destinati solo ai reati finanziari. Inizialmente la misura era prevista dai 5.000 euro di tasse non pagate in su, ma il limite potrebbe scendere a mille


Chi ha debiti con lo Stato rischia il carcere. La Grecia dei tre memorandum, che non chiudono la voragine dei conti scandalo è anche questo, con un disegno di legge in attesa di essere vagliato dal parlamento su cui si sta scatenando un alveare di polemiche. Dal momento che ancora una volta salva la casta che lo propone. Secondo quanto riferito in un’audizione in Commissione Giustizia dal sottosegretario Kostas Karagounis, il governo per tentare di rimediare alle mancate entrate per l’erario che al momento ammontano a due miliardi di euro, propone la reclusione in speciali carceri destinati solo ai reati finanziari. Mentre in un primo momento la misura era prevista dai 5.000 euro di tasse non pagate in su, alcune fonti giornalistiche sostengono che il limite potrebbe scendere a mille.

Ma non è tutto. Perché il dilemma del sovraffollamento delle carceri non è solo italiano, bensì anche greco, con strutture fatiscenti e piene zeppe di detenuti per il 60% stranieri. Per questo il ministro della giustizia Rupakiotis avrebbe individuato dei siti alternativi, come le caserme militari, dove ospitare coloro che hanno debiti con lo Stato. E al contempo ha chiesto al suo parigrado albanese di poter trasferire i numerosissimi detenuti albanesi presenti nelle strutture elleniche direttamente nei penitenziari del paese delle Aquile. Un doppio corto circuito, istituzionale e ministeriale, che sta facendo imbufalire un Paese a un passo dalla crisi di nervi. Che i tre memorandum della troika ha messo in ginocchio, mentre la casta politica, dove abbondano indagati e parlamentari coinvolti in scandali di media ma anche di grossa taglia come il caso Siemens o la lista Lagarde, gode di una singolare immunità. Che vincola il giudizio di un tribunale sugli stessi ad una commissione parlamentare che ne autorizzi il processo, ma che deve esprimersi anche più di una volta in caso di nuove elezioni, così come accaduto lo scorso anno nel Paese. Con tempi che si allungano e prescrizioni che vanno in soccorso di deputati e ministri.

Nell’ultimo trimestre sono stati quasi cinquecento i cittadini greci che hanno varcato le porte di un carcere per debiti con l’erario. Dal momento che in questo biennio di crisi l’economia si è fermata e i circuiti commerciali interrotti, con aziende chiuse, imprenditori e lavoratori che si sono tolti la vita, sono numerosissimi i greci che non sono materialmente riusciti a pagare i famigerati karatzi, ovvero l’Imu sugli immobili che lo Stato ha inserito come voce nella bolletta della luce. E che ha causato il taglio per i morosi che sono stati costretti addirittura a far ricorso alle candele. La domanda, a questo punto, è perché il governo scelga un percorso simile, quando in realtà, se si andasse a pescare nelle sacche degli scandali ci si potrebbe anche guadagnare.In questi giorni infatti nel paese si sta celebrando il maxiprocesso ad uno degli uomini più influenti della storia recente: Akis Tzogatzopulos, ministro della Difesa negli anni novanta ma soprattutto grande ombra dietro le quinte del premier Andreas Papandreou, padre-padrone della politica greca. É accusato di aver costruito una rete di società off-shore per gestire almeno 160 milioni di euro di fondi neri e frutto di tangenti, specificatamente per aver acquistato ingenti quantitativi di armamenti, tra cui sommergibili tedeschi e sistemi missilistici russi. Un nome, quello di Tzogaztopulos in carcere dallo scorso maggio, che sta facendo tremare i palazzi del potere in Grecia, anche perché in un’udienza ha annunciato di voler chiamare come testimoni gli ex premier socialisti Simitis (che curò il passaggio del paese dalla dracma all’euro) e Papandreou su cui incombono i riverberi della commissione di inchiesta sulla lista Lagarde, l’elenco degli illustri evasori. In cui in un’intercettazione telefonica agli atti si fa il nome di sua madre Margareth come titolare della cifra monstre di 500 milioni di dollari.

Tra l’altro molti sono i giudici greci che considerano la misura di detenzione proposta dall’esecutivo incostituzionale, come fatto in un sentenza dal sostituto procuratore di Salonicco, Vasilis Adampas, perché incide sugli articoli 2, 6 e 25 della Costituzione che si riferiscono la protezione della dignità umana. “Il legislatore ha introdotto una non convincente regolamentazione”, ha dichiarato. Le detenzioni per i reati finanziari oggi contano nel Paese 4500 individui, su un totale di circa 13.000. Provocando sdegno tra cittadini e commentatori, dal momento che a fronte di tale inasprimento non sono mancati i pubblici ministeri che negli ultimi anni hanno manifestato atteggiamenti di clemenza nei confronti di reati più gravi. Infatti l’Associazione dei procuratori greci ha scatenato un duro attacco contro il ministro Roupakiotis che ha parlato di “giudici attivisti”, sostenendo che tali espressioni infelici inducono in errore il pubblico e minano la fiducia per la giustizia, in quanto suggeriscono che le decisioni giudiziarie sono spesso il prodotto di un’arbitrarietà fuori dalla legge.



FONTE

mercoledì 8 maggio 2013

Caso Aldrovandi, in piazza a Roma contro la sentenza: poliziotti contestati in piazza dopo la sentenza.

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L'ennesima "manifestazione vergogna".
Ieri mattina davanti al Consiglio Superiore della Magistratura si sono presentati, da una parte, con l'ennesima manifestazione vergognosa, inutile e assolutamente idiota i sindacati di polizia del COISP, lamentandosi del fatto che "da decenni vengono concessi gli arresti domiciliari e le pene alternative a tutti i cittadini, tranne ai poliziotti".*N.d.R

Nello specifico il sindacato indipendente di polizia contesta il fatto che a due dei quattro agenti condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione per l'omicidio del giovane Federico Aldrovandi non sono stati concessi gli arresti domiciliari (e ci mancherebbe!!!). 

Una protesta che da più parti e alla luce di quanto accaduto a Ferrara (con il questore trasferito per aver autorizzato quella protesta), è stata vista come una "ennesima provocazione" (Nichi Vendola, Sel) e "una vergogna" (Paolo Ferrero, Prc)

Dall'altra gli esponenti del "Comitato Verità per Federico Aldrovandi" che, mostrando lo striscione con la foto di Federico massacrato dagli agenti  chiedono che i poliziotti condannati non rientrino giustamente in servizio. 
Ma soprattutto, lanciano un chiarissimo messaggio, "ovunque saranno loro ci saremo anche noi con l'immagine del volto di Federico".

Soprattutto sono le parole di Patrizia Moretti a riecheggiare nell'ennesima giornata che non fa bene a nessuno e che ancora una volta mette in luce per quello che realmente è il corpo di Polizia: "Non mi interessa e non commento la manifestazione del Coisp: hanno già avuto tutte le risposte istituzionali possibili, e anche quelle degli altri sindacati di polizia che su questa vicenda si sono schierati tutti contro di loro. Non hanno il diritto di parlare di Federico, si vergognino per l'ennesima volta".




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N.d.R.*Ecco su quest'ultima dichiarazione vorrei soffermarmi un'attimo:
1°: La situazione carceri in Italia è a dir poco DRAMMATICA, perciò questa è una      grandissima CAZZATA!!!
2°: Signori agenti di polizia forse vi siete scordati che il vostro mestiere è quello di: pattugliare le strade, difendere la popolazione dalla criminalità ecc...NON QUELLO DI FARE I "GIUSTIZIERI" DELLA NOTTE PICCHIANDO ED UCCIDENDO PERSONE UN PO' DOVE CAPITA!!!
Il fatto di portare un distintivo e pistola non DEVE garantire nessuno sconto di pena, anzi l'esatto opposto.

Abbiate VERGOGNA e portate RISPETTO per quelle famiglie a cui avete tolto praticamente tutto. 
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